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La mia ispirazione

Dietro tutto quello che faccio nella mia attività di insegnante, autrice, counselor e terapeuta spirituale, ci sono due potenti Luci, che mi hanno trasformata nel corso degli anni e a cui ho dedicato la mia vita: il mio Guru, Paramhansa Yogananda, e il mio insegnante e guida spirituale, Swami Kriyananda, suo discepolo.

Paramhansa Yogananda

(1893-1952)

Era il 1920 quando uno swami indiano con i lunghi capelli neri e la veste arancione sbarcò nel porto di Boston, pronto a iniziare la sua missione in Occidente: una missione che avrebbe trasformato la coscienza di milioni di persone e reso popolari in tutto il mondo lo yoga e la meditazione, fino ad allora quasi sconosciuti.

Quello swami carico di entusiasmo e di fede in Dio era Paramhansa Yogananda, «il padre dello yoga in Occidente». Così forte era il suo magnetismo, che le persone accorrevano a migliaia per assistere alle sue conferenze sui temi più profondi – e al tempo stesso più pratici – della vita.

Yogananda attirò ben presto un folto numero di discepoli e, dopo aver attraversato più volte il Paese per diffondere il suo messaggio divino, si stabilì a Los Angeles, dove fondò il suo quartier generale sulla collina di Mount Washington.

 

Nel 1946 scrisse l’Autobiografia di uno yogi, nella quale disse di aver infuso le sue vibrazioni. Considerata «uno dei cento libri spirituali più importanti del ventesimo secolo», è stata pubblicata in oltre trenta lingue, creando un ponte tra Oriente e Occidente e toccando la vita di personaggi famosi come George Harrison, Steve Jobs e molti altri.

Nei suoi scritti e discorsi, Yogananda dava risalto ai principi eterni alla base di ogni religione. Insegnava, infatti, che l’essenza intima di ogni religione è la stessa: la via all’unione con l’Infinito, conosciuta come “realizzazione del Sé”. Il suo scopo era quello di aiutare i sinceri ricercatori della Verità̀, indipendentemente dal loro credo, a ottenere l’esperienza interiore e diretta di Dio.

Come strumento per raggiungere quel traguardo, Yogananda ha trasmesso l’antica scienza del Kriya Yoga, insegnando pratiche spirituali basate su principi scientifici e permeate di devozione e saggezza, che consentono di creare un equilibrio armonioso tra l’aspetto fisico, mentale, emozionale e spirituale della propria natura, e di infondere questo equilibrio in tutte le attività della vita.

Yogananda ha lasciato il corpo nel 1952, ma è tuttora uno dei maestri spirituali più vivi e presenti nell’anima dell’Occidente. È sicuramente presente e vivo nel mio cuore!

Swami Kriyananda

(1926-2013)

Nel settembre del 1948 un giovane americano, cresciuto in Europa e fresco di studi universitari, trovò in una libreria di New York un libro che avrebbe trasformato la sua vita: Autobiografia di uno yogi. Lo lesse tutto d’un fiato e si mise immediatamente in viaggio per raggiungere l’autore, Paramhansa Yogananda, all’altro capo del Paese, in California.

J. Donald Walters, che in seguito sarebbe diventato Swami Kriyananda, venne subito accolto da Yogananda come discepolo e visse con il Maestro negli ultimi tre anni e mezzo della sua vita. Pur essendo giovanissimo, ricevette dal Guru incarichi importanti, tra cui quello di curare la revisione editoriale dei suoi scritti. Yogananda gli disse più volte che avrebbe avuto «una grande opera da compiere».

Per tutta la vita Swami Kriyananda si è dedicato a servire il Mastro e a realizzare la grande opera alla quale era destinato, diffondendo in tutto il mondo gli insegnamenti di Yogananda sulla realizzazione del Sé e mostrandone l’applicazione in ogni ambito dell’esistenza quotidiana: l’educazione, i rapporti con gli altri, il matrimonio, gli affari, l’arte, la vita comunitaria, ecc. Su questi argomenti Kriyananda ha scritto più̀ di cento libri, pubblicati in ventisei lingue in novanta Paesi.

Oltre a essere un rinomato autore e insegnante spirituale, Kriyananda è stato anche un compositore di fama internazionale, autore di oltre quattrocento brani di musica d’ispirazione.

Ma il compito più importante che lo aspettava riguardava uno dei progetti più cari a Yogananda: la creazione di Colonie di fratellanza mondiale, comunità spirituali che, nella visione del Maestro, sarebbero diventate il modello di vita del futuro e in cui le persone avrebbero potuto riunirsi per condurre «una vita semplice con ideali elevati». Per realizzare questa missione, nel 1968 Kriyananda ha fondato la prima comunità Ananda. Da allora queste comunità – veri e propri laboratori viventi per una vita semplice con alti ideali – si sono diffuse in America, Europa e India. Oggi accolgono oltre mille residenti e sono ogni anno la meta di migliaia di ricercatori spirituali. Swami Kriyananda ha lasciato il corpo nel 2013, nella comunità Ananda nei pressi di Assisi.

Ho avuto il grande onore di potergli stare vicino negli ultimi vent’anni della sua vita, come traduttrice ufficiale dei suoi libri e di molti suoi discorsi. Custodisco nel mio cuore, come enormi benedizioni, la sua guida e la sua amicizia divina. Con la sua umiltà e il suo umorismo, Swamiji mi ha fatto toccare con mano cosa significhi far risplendere pienamente la propria Luce come canali del Divino.