Non voglio stare bene!

Tra i tantissimi “solchi” (forme pensiero sabotanti) che abitano la nostra mente, ce n’è uno di particolarmente subdolo e pernicioso: “Non voglio stare bene”.

Se vi chiedessi direttamente: «Vuoi stare bene?», nessuno mi risponderebbe «No», non è vero? Tutti cerchiamo il benessere, sotto forma di felicità, di amore, di prosperità, di salute, di belle esperienze. Anche se, forse, non osiamo accarezzare l’idea di poter raggiungere i massimi livelli del benessere e della felicità, tutti ambiamo per lo meno a stare un po’ meno male, a essere un po’ meno infelici, un po’ meno soli, a soffrire un po’ meno nel corpo o nella mente. Non è così?

Eppure… è incredibile quanti di noi, nelle profondità del subconscio – e quindi al di fuori dalla nostra consapevolezza – ospitiamo il solco “Non voglio stare bene” (spesso assieme ai suoi fratelli e sorelle: “Non posso stare bene”, “Non merito di stare bene”, “Non mi permetto di stare bene” e così via…).

Ci sono molti motivi per cui una persona potrebbe non voler stare bene, che vanno dal senso di colpa (e quindi al desiderio di espiazione) ai benefici nascosti di vario genere (come il ricevere amore o sostegno, il sentirsi importanti o il non doversi assumere determinate responsabilità). Ma ce n’è uno di veramente, veramente profondo…

Siamo esseri divini e, come tali, abbiamo potenzialità divine. Siamo scintille di eternità, di onnipotenza, di amore perfetto e senza limiti, di pura energia e salute. Siamo scintille del Creatore e, di conseguenza, abbiamo il potere di co-creare tutto quello che desideriamo e di cui abbiamo bisogno. Siamo scintille di Beatitudine, vale a dire della massima espressione possibile dello “stare bene”. Insomma, basterebbe un piccolo click e ci renderemmo conto di poter STARE SEMPRE BENE (anzi, benissimo!).

Quello “stare bene”, tuttavia, pur essendo già la dimensione naturale della nostra anima, è un territorio sconosciuto per il nostro ego nella sua realtà quotidiana. Siamo come un uccellino che, di fronte alla porta spalancata della propria gabbia, rimane sconcertato e non sa bene cosa fare. Che cosa ci sarà in quel cielo vasto e azzurro senza limiti? Quali pericoli ci saranno, fuori da quel rifugio limitante ma sicuro? Le sue ali saranno abbastanza forti per volare, dopo anni di cattività?

Come quell’uccellino, il nostro ego osserva spaventato la vastità che si apre dinanzi a noi, quando i primi “Non posso” cominciano a dissolversi e ci rendiamo conto che, WOW, possiamo davvero essere felici, amati, liberi e divini! E che, WOW, è davvero “soltanto” una questione di crederci fino in fondo!

Atterrito da questo sconvolgimento dei parametri in cui ha vissuto finora – i continui alti e bassi emotivi, le apparentemente inevitabili sofferenze, la “storia” personale e famigliare, la dipendenza dalle circostanze esterne, i condizionamenti della società e della cultura, i mille paletti e argini protettivi del cuore e della mente – il nostro piccolo sé si ritrae nel fondo della sua gabbietta ed esclama con decisione: «Non voglio stare bene! Voglio rimanere quello che sono, dove sono. Tutto sommato, non è poi così male…».

Già, tutto sommato non è poi così male… E questo è ciò che crediamo di essere. E così noi stessi facciamo di tutto – quasi sempre senza rendercene conto – per tenere chiusa la porta della nostra gabbia… che in realtà è sempre stata aperta!!!

Ma, adesso che lo sappiamo, adesso che sempre più, una meditazione dopo l’altra, una tecnica dei solchi dopo l’altra, si aprono dentro di noi orizzonti nuovi, adesso che cominciamo ad allungare un dito verso il cielo e a toccarlo come una possibilità concreta, adesso, proprio adesso… che cosa vogliamo fare?

Siamo davanti a una scelta, ed è una scelta che dovremo rinnovare in ogni momento. La nostra felicità, il nostro benessere, la nostra piena salute andranno rivendicati giorno dopo giorno, istante dopo istante. Dovremo VOLERLI con tutto il nostro essere, scuotendo l’etere (come diceva Yogananda) fino a manifestarli.

Noi POSSIAMO essere felici, POSSIAMO stare bene a tutti i livelli. SIAMO la felicità stessa, la beatitudine. La scelta è nostra, e comincia con una domanda: quanto lo VOGLIAMO veramente?

Spero che la risposta di tutti noi arrivi sempre più a essere un «SÌ!» urlato a pieni polmoni. E che a quel «Sì» facciano seguito azioni concrete, che possono anche essere piccole piccole, perché anche quelle, come tante goccioline, scavano i nuovi solchi nel nostro cervello e nella nostra vita.

Osservatevi, oggi. E se, in qualsiasi circostanza, vi ritroverete a scegliere la via dell’abitudine, la zona di comfort, la tranquillizzante mediocrità del vostro piccolo sé invece delle altezze della vostra anima, ricordatevi quel “VOGLIO STARE BENE”, fate un bel respiro e spiccate il volo: nell’amore, nel perdono, in un gesto altruistico, in una più alta energia, in un vostro sogno nel cassetto, in una meditazione più profonda, in un maggiore rispetto del vostro corpo, in una maggiore espressione dei vostri talenti… in qualsiasi gesto o anche solo pensiero che rafforzi le vostre ali e vi convinca sempre più che, sì, lo STARE BENE ci appartiene, ed è possibile, se lo vogliamo veramente!!!

Lasciamoci aiutare, nel farlo, da questa ispirante esortazione di Yogananda:

«O uccello dell’eternità, fatti coraggio! Fuggi per sempre da quella piccola prigione di sicurezza immaginaria e librati in alto fino alla tua casa senza sbarre, in ogni cosa!».

Ciao, sono Sahaja!

Forse abbiamo in comune molte cose, o forse una soltanto… Vuoi scoprirla?

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